Educazione alla cooperazione per la sostenibilità

20 Giugno 2022

Sostenibilità

“Siamo nati per la cooperazione, come i piedi, le mani, le palpebre, i denti in fila sopra e sotto.  L’agire gli uni contro gli altri è dunque contro natura.” – Marco Aurelio

 

8 febbraio 2022. Una data storica che segna un profondo cambiamento nella storia italiana. Per la prima volta dal 1948 viene apportata una modifica alla carta costituzionale, in particolare agli articoli 9 e 41, conferendo un’importanza maggiore, e diremmo più in linea con i movimenti dei nostri tempi, alla tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e degli animali.

 

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica [cfr. artt. 33, 34]. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.” Art. 9

“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali [cfr. art. 43]” Art. 41

 

Un segnale che evidenzia un primo passo verso una maggior consapevolezza da parte delle nostre istituzioni, ma soprattutto un tentativo di adeguamento rispetto ai Paesi europei da tempo più vicini alle questioni climatiche. Se ad esempio Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna possiedono già da tempo una legge sul clima, in Italia invece essa risulta essere ancora assente.

Ci si chiede dunque se siamo davvero così vicini ad un reale cambiamento della società, se si raggiungeranno davvero gli obiettivi del “Fit for 55”. Probabilmente la risposta risiede nelle dichiarazioni, frequentemente in contrasto, tra i diversi rappresentanti della società italiana dove si denota che, spesso, manca una reale cooperazione, elemento fondamentale per il raggiungimento dei cambiamenti. È vero: la differenza di vedute è una ricchezza, ma la vera ricchezza deriva dal mettersi a tavolino per confrontare le diverse opinioni, con l’obiettivo di trarne il meglio, comprenderne i problemi e affrontare in maniera sistemica il tutto. Probabilmente ciò che manca è una reale educazione alla cooperazione.

Oggi i cittadini richiedono, invece, una visione molto più larga basata su una maggiore trasparenza e cooperazione tra tutti i soggetti economico-sociali, con step precisi da seguire e obiettivi chiari e di facile comprensione. I temi riguardanti il climate change necessitano, obbligatoriamente, di maggior impegno e cooperazione, ma soprattutto richiedono passaggi precisi, strategie, obiettivi chiari e misurabili proprio come avviene all’interno del mondo aziendale.

Cooperazione per il raggiungimento della transizione ecologica: tutti i soggetti devono essere coinvolti. Questa è la risposta.

Dall’informazione impegnata nel contrastare le fake news sulle tante interpretazioni strumentali presenti sul tema, alle Università focalizzate a creare nuove competenze in materia di sostenibilità per preparare le future generazioni e assicurare nuovi posti di lavoro; alle Istituzioni funzionali a creare un contesto normativo più preciso, chiaro e premiante,  alle imprese e ai singoli cittadini mediante le buone pratiche.

La transizione ecologica richiede dunque di un impianto normativo basato sulla trasparenza e sulla comunicazione, ma soprattutto sulla cooperazione tra tutte le parti sociali per un salto storico e culturale davvero significativo.

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