Elon Musk: l’acquisto di twitter cosa significa davvero? I risvolti politici e sociali del più grande acquisto del 2022

16 Novembre 2022

Elon Musk

Chi avrebbe detto nel lontano marzo 2006, quando Jack Dorsey creò Twitter, che putiferio si sarebbe verificato nel 2022.  Dopo circa sette mesi di scalata infatti, Elon Musk, patron di Tesla e Space X, passa da primo azionista di maggioranza e Chief Twit, come si definisce lui, di Twitter.

Ma cosa significa tutto ciò? Perché un imprenditore impegnato nella space economy e nell’auto elettrica ha voluto a tutti i costi mettere le mani Twitter? E perché è stato disposto a pagare Twitter 44 miliardi di dollari, se il suo valore di mercato è pari a poco più di 5 miliardi di dollari?

Le domande sono tante e quel che è certo è che Musk non lascia mai nulla al caso. Attualmente la partita si gioca su una scacchiera complicata, con risvolti delicati. Perché Twitter è, in fondo, una grande piattaforma di dibattito, di notizie, di espressione. E forse, possiamo dire, un potente strumento utile per influenzare l’opinione pubblica.

Quindi ci si chiede qual è il reale valore di Twitter e perché il governo americano non ha fatto nulla per impedire, prima, l’acquisto di una piattaforma dal valore enorme e, poi, il licenziamento di oltre la metà dei dipendenti e l’esclusione dell’intero board dall’azienda. Probabilmente comprendere la risposta sarà difficile, certamente potrà incidere il fatto che Musk è una figura importante per la difesa nazionale e che si è distinto nell’ultimo anno, ad esempio, per aver prontamente attivato il servizio Internet satellitare a banda larga Starlink in Ucraina (un servizio importante che garantisce l’accesso a Internet a livello globale in autonomia rispetto alle connessioni terrestri).

In ogni caso, questa acquisizione sembrerebbe un riassestamento degli equilibri di potere.

Chi possiede Twitter, oggi, possiede una potente arma capace di condizionare le scelte politiche, partendo dall’influenza sul principale target della piattaforma: il mondo giornalistico e, di conseguenza, i cittadini. Twitter, infatti, è la piattaforma diretta all’influenza mediatica e politica per eccellenza. E Musk ne è ben consapevole. Il caso di Trump è un esempio emblematico del potere fornito a chiunque sia in possesso della piattaforma: Twitter ha potuto, infatti, “esiliare” l’ex Presidente Donald Trump con ricadute in termine di sua influenza e libertà di espressione.

Chi ha osservato negli anni il suo percorso, sa che Musk, personaggio enigmatico, amante del controllo e con un’ampia conoscenza e capacità di pensiero trasversale, è sicuramente a conoscenza del valore che ha il potere dell’informazione. E se fino a pochi anni fa un magnate come Musk sicuramente avrebbe comprato un giornale, una televisione, un gruppo editoriale oggi invece sempre più spesso si assiste alla decisione di mettere le mani su un social media, a conferma della loro importanza. E nel caso, anche pagandolo tre volte il suo valore.  In effetti, l’importanza di Twitter come strumento di controllo (dei governi, ma anche dei cittadini etc.), è esattamente ciò che Musk ha fatto trasparire qualche giorno fa dalla seguente affermazione: “il potere condiviso (in riferimento a Twitter) frena i peggiori eccessi di entrambi i partiti”.

Ma perché proprio adesso? E quali saranno gli impatti sulla società odierna? Potrebbe non essere un caso che l’ufficializzazione sia arrivata a circa due settimane dalle Midterm, le elezioni americane di metà mandato che condizionano la linea della Casa Bianca per i prossimi due anni e che sono l’antipasto delle presidenziali del 2024 a cui, notizia delle ultime ore, assisteremo alla ricandidatura di Trump. Ed eccoci a rispondere al secondo quesito: quali saranno gli impatti sulla società odierna. Sicuramente molti. Parlando di economia, infatti, Twitter è un’azienda e come tale risponde a logiche di mercato.  

Dal licenziamento dei dipendenti (e alla loro parziale riassunzione), alla riduzione delle campagne pubblicitarie da parte di diverse aziende (tra cui Stellantis, General Motors etc.), dall’aumento degli abbonamenti per la cosiddetta “spunta blu”, alla vendita di azioni Tesla da parte del ceo (probabilmente per tornare in pareggio). Tanti sono i cambiamenti avvenuti in queste due settimane e altrettanti sono quelli annunciati per i prossimi mesi. Parlando degli aspetti sociali e geopolitici bisognerà capire, invece, come Musk vorrà gestire la questione delle fake news, elemento che da sempre ha creato problemi all’interno della piattaforma. Senza dimenticare, poi, che nel deal sono presenti diversi governi autoritari (tra cui la Kingdom Holding Company dell’Arabia Saudita e la Qatar Holdings, la sussidiaria del fondo sovrano del Qatar, paesi non molto inclini a favorire la libertà di espressione e che potrebbero avere capacità di influenza sulla gestione della piattaforma).

L’acquisto sicuramente ha suscitato clamore. Tante le dichiarazioni, sia positive che negative, pervenute negli ultimi giorni da parte del mondo politico. Significativa quella di Donald Trump, che ha affermato “Con Musk, Twitter è in buone mani”. O quelle del mondo della cultura, come la dichiarazione di Stephen King “20 dollari al mese per tenere la mia spunta blu? Col c***o, sono loro che dovrebbero pagare me. Se istituiscono questa cosa, me ne vado come la Enron”, ma anche dalle organizzazioni mondiali, quali l’ONU “Come tutte le aziende, Twitter deve comprendere i danni associati alla sua piattaforma e adottare misure per affrontarli. Il rispetto dei nostri diritti umani condivisi dovrebbe stabilire le barriere per l’uso e l’evoluzione del social“, un monito di fatto “a garantire che il rispetto dei diritti umani sia centrale sul social network“.

Diversi esponenti hanno, infine, dichiarato la paura che Twitter possa divenire una piattaforma “repubblicana” in quanto molti democratici hanno affermato di voler abbandonare il social network per rifugiarsi su Mastodon. Staremo a vedere. 

Molti sono quindi gli elementi coinvolti in questo acquisto, i quesiti e le supposizioni che troveranno però risposta soltanto nei prossimi mesi, ma ciò che è indubbio è che il valore dei social network oggi ha una portata globale. I numeri sono alti, la capacità di influenza è enorme, le potenzialità sono infinite e le regole sono ancora tutte da scrivere.

 

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