Il nuovo vocabolario delle parole portanti nell’era della pandemia

31 Maggio 2021 The Ghost Writer*

Draghi

Mario Draghi – Lapresse

Tra i tanti effetti che la pandemia ha generato va registrato uno scossone anche dal punto di vista lessicale. Parole nuove, Parole messe in crisi, Parole gettonate:

Resilienza; Abbraccio; Dad; Indice RT; Dpi; Distanziamento; Vaccino; Tampone; Coprifuoco; Lockdown

Queste sono solo alcune delle Parole che hanno portato ciascuno di noi a comunicare la propria quotidianità in modo differente rispetto al passato: nei libri di storia parlando del XXI secolo si farà riferimento a due ere: il prima e il dopo pandemia.

Sono cambiate le azioni, i comportamenti, le relazioni e conseguentemente anche il linguaggio che da sempre ha caratterizzato la comunicazione tra gli individui. Le privazioni, le regole, le paure e l’incertezza hanno reso ciascuno di noi orfani di quel trasporto emozionale ed empatico che ci faceva stare bene, ci dava sicurezza, ci tranquillizzava e in molti casi ci fortificava.

 

Pensiamo ad esempio all’abbraccio: quanti di noi nell’ultimo anno e mezzo hanno avuto l’istinto di abbracciare una persona cara ma non l’hanno fatto?

 

Non è possibile fare “ctrl alt canc” per ripristinare la situazione: occorre adattarsi alla nuova era e ristabilire un significato più profondo e intenso alle azioni e alle parole che le raccontano.

In sostanza è necessario aggiornare il nostro vocabolario delle parole portanti ed agire con molta più cura, stabilendo con noi stessi e verso gli altri un patto di coerenza tra azioni e reazioni, tenendo conto di quei valori umani, tra cui spiccano la solidarietà e la sensibilità, che ci fanno brillare come neve al sole, restituendo al cuore la giusta commozione.

La pandemia ci lascia, dopo tanto dolore, l’opportunità di cambiare il nostro registro di comunicazione: non dovranno più esistere i rimpianti per le parole non dette, così come le parole usate per ferire o per “giustificarsi” dovranno essere sostituite da silenzi responsabili e da un ascolto non pregiudiziale.

Se sapremo fare questo, ci trasformeremo in persone migliori, consapevoli che ogni parola ha un significato percepito diverso. E allora è importante non disperdere quelle sensazioni emozionali che ciascuno di noi ha sentito scorrere sulla propria pelle e le ha esternate cantando dai balconi, condividendo un piatto di pasta asciutta con il vicino di casa, esprimendo amore e sentimenti in modo diverso, seppur a distanza, collegati su zoom.

E’ cambiato il modo di lavorare, di studiare, di vivere sotto lo stesso tetto, deve cambiare anche il nostro modo di comunicare, scegliendo le parole giuste, quelle portanti.

La prima parola su cui vorrei soffermarmi è ESSENZIALE. Già perché nell’ultimo anno e mezzo, nella costrizione dell’emergenza sanitaria, abbiamo imparato a ridisegnare le priorità, rifocalizzando i bisogni primari.

 

L’ESSENZIALE è nelle azioni che contraddistinguono la nostra quotidianità ma anche nella scelta di come comunichiamo quello che sentiamo. Questa è la vera unicità individuale, capace di renderci più sensibili e aperti alla condivisione.

 

ESSENZIALE è rispettare gli altri; ESSENZIALE è rispettare se stessi, ESSENZIALE è dire le cose come stanno, talvolta è meglio un silenzio che ascolta, piuttosto che parole vuote gettate consapevolmente nel “tourbillon” delle emozioni.

Si è parlato spesso in questi mesi delle differenze di comunicazione tra i due Governi italiani impegnati nella gestione della crisi pandemica: l’attuale Presidente del Consiglio, sono da poco passati i suoi primi 100 giorni di insediamento, è stato criticato appena salito a Palazzo Chigi per i suoi silenzi. Niente dirette su Facebook, niente post social, nessun protagonismo da palcoscenico.

Ma siamo sicuri che Mario Draghi, con la sua esperienza internazionale, aveva messo in conto le critiche sul suo stile di comunicazione. Critiche che ha intelligentemente gestito e smontato giorno dopo giorno, agendo.

Le sue finestre di comunicazione, dal discorso di insediamento alla Camera e al Senato, alle prime conferenze stampa sono state molto coerenti allo stile Draghi, i risultati e il piano per ottenerli. Il suo compito, come Capo di Governo è anche quello di riequilibrare il ruolo della comunicazione istituzionale che deve essere meno strategica e sempre più tattica, finalizzata ai risultati e non al consenso.  

QUESTA E’ ESSENZIALITA’ RESPONSABILE. Una parola portante del nuovo vocabolario nell’era della pandemia.

 

* Articoli pubblicati su blog di Affari Italiani The Ghost Writer

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