La lotta di classe del nuovo secolo

21 Marzo 2022 The Ghost Writer*

Guerra 
 
 

Si usa avere la convinzione che il processo evolutivo dell’individuo, e conseguentemente della sua relazione all’interno di una comunità, sia fortemente condizionato dal progresso materiale e culturale. E’ indiscutibile che una società avanzata produca sollecitazioni intellettuali dalla valenza catalizzante e orientativa, ma l’identità sociale degli individui era, è e rimane legata ad un processo dal carattere naturalistico, che pone la sopraffazione come forma primaria di sopravvivenza. 

Il lettore non deve lasciarsi però sviare dalla parola sopravvivenza; la storia infatti ci ha sempre consegnato una matrice di significato associata al grado di resistenza e di protezione della vita individuale in relazione all’essere parte di una comunità più o meno organizzata.

In realtà se partiamo dal senso etimologico del termine, non commettiamo certo errori se gli attribuiamo un significato dal carattere più personalistico, al limite dell’arrivismo, ovvero “vivere sopra gli altri”, il che potrebbe generare condizioni di esistenza più favorevoli, almeno nel perimetro della teoria.

Ecco quindi che l’automatismo associativo tra sopravvivenza e disparità tra classi sociali appare non solo lecito ma anche al passo con i tempi, lo dice la storia, lo scrivono i letterati più rappresentativi.

“I privilegi e le differenze sociali, essendo prodotto della società e non della natura, possono essere sorpassate” lo scriveva Antonio Gramsci, sottintendendo che la diversità sociale la crea l’individuo con i propri comportamenti e nessun comportamento può essere giustificato da motivazioni derivanti dalla natura delle cose.  

Se diamo quindi per assodato che la società in cui viviamo e’ composta da uomini che sono in grado, se lo vogliono, di superare le differenze, limitare i conflitti e accelerare le integrazioni, rimangono evidenti i gap ancora da colmare. 

Anzitutto esiste un’eccessiva tolleranza della società rispetto al termine evoluzione:

evolvere vuol dire condividere una estensione, sociale, culturale, psicologica, pedagogica, meritocratica, dove l’intelletto dell’individuo rappresenta l’orientamento dentro uno spazio esteso, potenzialmente infinito, mentre la sua volontà rappresenta l’esempio attraverso il quale raggiungere, con etica e apertura reale, l’universo mondo.

L’evoluzione dunque è l’orientamento che omologa o differenzia gli individui di una società: oggi nonostante si possa essere indotti a pensare che si stia vivendo in un periodo evoluto, in realtà i comportamenti degli uomini che hanno caratterizzato la storia degli ultimi cinquant’anni dimostrano il contrario.

Siamo dentro una continua lotta di classe, spietata e incontrollabile, dove la ratio viene sistematicamente surclassata da un individualismo subdolo, in cui non ci sono veri vincitori. Questo provoca un indebolimento della democrazia, che non appare adeguatamente tutelata. Non sono più sufficienti le carte costituzionali e gli organismi internazionali sorti dalle ceneri della storia passata, come forma di garanzia e di protezione al fine di prevenire e gestire al meglio qualunque forma di conflitto.

Quello che servirebbe dunque è un ripensamento della società non dal punto di vista di progresso materiale, quello accade, è racchiuso nella  forza delle idee, bensì dal punto di vista umano, stabilendo a tutti le medesime opportunità di evoluzione.

In ultima analisi occorre ripartire dal progresso umano, una crescita che metta al centro le abilità e la volontà degli individui e consenta a tutti loro di avere le medesime opportunità di crescita.

In altre parole prima di puntare a quella che oggi viene promossa come una nuova cultura sociale, ovvero l’arte della gentilezza, occorre preparare la società ad una vera meritocrazia, senza alcuno spazio ermeneutico che invochi e invogli ad una prevaricazione individuale e collettiva, il che equivarrebbe a ritornare circolarmente al tema iniziale, la disparità tra classi sociali. 

* Articoli pubblicati su blog di Affari Italiani The Ghost Writer

Imprese di Talento, fondata nel 2013 da Daniele Salvaggio (LinkedIn) è una società di consulenza strategica in comunicazione istituzionale e corporate. Tra i clienti appartenenti a diverse industry figurano associazioni di rappresentanza, studi legali e professionali, piccole e medie imprese. 

Prossimo articolo

Imprese di Talento S.r.l. Institutional and Corporate Communication Consultancy ©2021 | Founder and CEO Daniele Salvaggio

member of