Comunicazione e Politica: la ricerca affannosa del consenso pop

28 Settembre 2020 The Ghost Writer*

Esistono ancora le idee politiche o queste sono state ormai surclassate da una rappresentazione plasmata artificialmente a seconda delle caratteristiche del candidato?

E’ una domanda che da professionista della comunicazione mi pongo spesso, analizzando campagne, programmi e comportamenti elettorali. Oggi il fenomeno politico italiano mette in luce una netta crisi di ideali, innalzando una dimensione di politica pop dove il consenso viene ricercato attraverso formule di comunicazione popolare, che puntano a toccare sul vivo i nervi scoperti di una società in profonda crisi, caratterizzata da un trend di crescita molto basso e da un invecchiamento anagrafico progressivo.

E’ interessante paragonare la dinamica elettorale in ambito amministrativo con il consenso legato alla politica nazionale: nelle ultime regionali il voto ha visto con una maggioranza quasi bulgara la conferma di Luca Zaia, così come in Campania ha stravinto Vincenzo De Luca. La domanda da porsi è la seguente: i cittadini hanno votato la persona o il loro partito di riferimento?

Qualcuno potrà obiettare sulla domanda, considerandola potenzialmente strumentale, perché ormai è passata la convinzione che il politico locale ha un bacino di consenso diverso da un parlamentare, e quindi le strategie di comunicazione e di ingaggio non possono essere equiparabili.

Questo ha generato una percezione distorta del valore della politica, allontanando conseguentemente la fiducia dei cittadini verso le istituzioni e favorendo quel pericoloso comportamento antidemocratico chiamato astensionismo. Come ripristinare quindi la credibilità degli ideali della politica e di ne vuole fare parte? E’ indispensabile ripartire dai contenuti politici che non possono essere promiscui, occorre chiarezza e coerenza ma soprattutto concretezza realistica. Non è sufficiente raccontare agli elettori che attraverso il Mes e il Recovery Fund si faranno investimenti straordinari per cambiare l’Italia, innovando scuole, infrastrutture materiali e immateriali, sistema produttivo, fiscale e sociale. Occorre sapere, e comunicare nel modo giusto, in che modo si intende ammodernare il Paese.

Esiste oggi una forte distanza tra le intenzioni, ammesso che realmente ci siano, e le azioni, fattori collegati da una strategia di sviluppo attenta e proiettata al futuro.  Ai contenuti occorre associare la credibilità di chi intende impegnarsi per essere un seminatore di idee e non un raccoglitore di frutti. Chi decide responsabilmente di salire in politica, per puntare al consenso e quindi essere “autorizzato dal popolo” a svolgere il ruolo di contadino politico, deve essere autentico, reale e talentuoso.

Nello specifico si possono utilizzare tutti gli strumenti di comunicazione esistenti, compreso Tik Tok, ma chi punta al consenso deve essere percepito nella propria autenticità, evitando gli slogan, puntando sulla forza delle idee e su come queste possono essere realizzate, mettendo in evidenza in modo chiaro strumenti, tempi e aggregazioni utili per arrivare al risultato finale. Serve inoltre essere reali, se fossi un politico e venissi riconosciuto come facente parte di una casta di privilegiati, mi sentirei a disagio, probabilmente mi porrei delle domande su dove e come ho sbagliato. Ultimo tassello è quello del talento: la politica non è per tutti, questo vale a carattere nazionale come sul locale. Occorrono preparazione, capacità diplomatiche, attitudini di relazione, ma soprattutto servono idee innovative. Il leader politico per poter far breccia nei confronti degli elettori deve essere capace a trovare il giusto equilibrio tra essere, ascoltare e agire che sembrano elementi scontati ma sono in realtà determinanti nel rapporto con l’elettorato. La politica è caratterizzata da cicli ed è influenzata da ciò che accade dal punto di vista internazionale: le strategie di comunicazione non possono non tenere conto di tutto questo, così come non possono caratterizzarsi soltanto su approcci “pop” intesi come populisti e distonici rispetto al ruolo e all’importanza del valore degli ideali politici, che non smetteranno mai di essere parte degli individui e quindi della collettività.

* Articoli pubblicati su blog di Affari Italiani The Ghost Writer

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