Alessia Russo, classe 2000, ha 19 anni ed è un’imprenditrice. Insieme al fratello Simone ha fondato in Silicon Valley la Drone Guardy, azienda innovativa che ha unito la tecnologia di droni al tema della sicurezza.
Cosa vuol dire oggi essere considerata una startupper di successo internazionale?
Essere una startupper significa innanzitutto prendere dei rischi e compiere dei sacrifici. Dedicando anima e corpo alla propria idea, coltivandola e facendola crescere al fine di raggiungere l’obiettivo: creare valore e ricchezza. L’idea conta solo in minima parte, ci sono moltissime belle idee al mondo, ma la maggior parte rimangono irrealizzate. Ci vogliono entusiasmo e passione per portare avanti la propria visione, senza scoraggiarsi se si presentano ostacoli davanti. Molti startupper definiscono la loro startup come la loro creazione, il loro “bambino” da aiutare a crescere e difendere con i denti e con le unghie, no matter what! Perché? È molto più che un’idea, è una visione di vita.
Alessia, come è nata la tua passione per i droni che poi si è trasformata in lavoro?
É iniziato durante il mio anno all’estero a Vancouver. In Canada c’è una mentalità completamente diversa dall’Italia. Tutti i miei coetanei avevano un lavoro e si autofinanziavano, alcuni avevano aperto organizzazioni non-profit o vere e proprie imprese. Così ho deciso di cercarmi un’occupazione e ho cominciato a dare ripetizioni di matematica, fisica, chimica in inglese, per poi fare uno stage in un’istituzione finanziaria di investimenti. A Vancouver non mi sono mai sentita in pericolo, é una città in cui c’è molta sicurezza. Una volta tornata in Italia ho cominciato a parlare con mio fratello che si occupa di droni. Ho pensato di utilizzarli per migliorare la sicurezza delle nostre comunità e prevenire i crimini, cercando di diffondere quel senso di sicurezza che avevo sperimentato nella mia avventura oltreoceano. Con una capillare rete di piloti, un drone può partire e raggiungere qualsiasi luogo, anche il più inaccessibile, in meno di dieci minuti, restituendo immagini in alta risoluzione in tempo reale e da varie angolazioni. Se scatta l’allarme nella nostra proprietà, con il drone io posso controllare sul mio cellulare o tablet cosa sta succedendo in tempo reale. È un metodo più preciso delle telecamere che a volte non consentono di vedere in maniera accurata.
L’Italia, rispetto ad altri luoghi di contaminazione e di visione imprenditoriale innovativa, in Europa e nel mondo, cosa offre e in cosa ancora è deficitaria?
In Italia molte aziende si stanno adeguando ai nuovi modelli di sviluppo imprenditoriale e tecnologico, tuttavia rispetto ai corrispettivi europei e mondiali, sembrano sempre un po’ arrancare, principalmente perché mancano i fondi e la volontà di puntare sulla ricerca di nuove soluzioni più efficienti come l’intelligenza artificiale. In parte, manca anche la visione della direzione in cui ci stiamo muovendo. In un mondo globalizzato come il nostro, è essenziale anticipare la direzione del cambiamento, l’Italia sembra invece seguire la fiumana ed è per questo che ci rimangono le briciole.
Si pensa che l’idea imprenditoriale sia tutto, che il processo di comunicazione e quindi di visibilità e quindi di conoscenza e affermazione, sia una diretta conseguenza. E’ stato davvero così anche per te? I fondamenti di comunicazione, come un sito, una visibilità social e mediatica, sembrano aspetti secondari. Non è un’occasione sprecata?
In questo mondo multiforme e dinamico, marketing e comunicazione sono parole d’oro che non vanno assolutamente sottovalutate. Ovviamente se si vuole creare qualcosa di concreto bisogna avere una buona base, un’idea imprenditoriale ben definita. Tuttavia, bisogna ricordarsi che il confronto con altre realtà e opinioni aiuta a dare forma al proprio progetto. Attraverso il branding e la pubblicizzazione del proprio prodotto si ottengono importanti feedback dal pubblico e una serie di leads che possono portare a future partnerships lavorative. Perciò nella nuova era tecnologica sito internet e pagina Facebook/Instagram sono strumenti essenziali che permettono di fare pubblicità a basso costo.
Il nostro è un Paese per giovani che vogliono sperimentare e crescere nell’innovazione? Se lo è, cosa serve per migliorarsi? Se non lo è, cosa manca per diventarlo?
Purtroppo ad oggi rispetto ad altri Paesi, l’Italia non punta ancora abbastanza sull’innovazione e sui giovani. Ci sono diverse realtà che hanno cominciato importanti percorsi volti a crescere e sperimentare, come ad esempio il Politecnico di Torino, tuttavia manca l’organizzazione a livello nazionale per poter scalare queste iniziative e fermare l’emorragia di laureati che emigrano all’estero per trovare condizioni lavorative migliori.