I giovani, l’educazione al risparmio e la comunicazione finanziaria

22 Giugno 2020 The Ghost Writer*

Tutto ciò che ha a che vedere con le politiche economiche e finanziarie è un qualcosa di molto distante dall’interesse della gente comune, ancor più se pensiamo ai giovani. La pandemia ha provocato una brutta frenata delle economie di tutto il mondo, è stato un lockdown che ha privato della libertà le persone e i mercati. E’ sempre bene sottolineare che gli effetti di questa crisi non erano facilmente prevedibili a causa di un buco nero di carattere scientifico che non ha consentito di elaborare previsioni di ripartenza che potessero mettere in sicurezza produzioni e consumi. L’attuale situazione è realmente complessa anche per una comunità come quella italiana, notoriamente propensa al risparmio: ciò che ha ulteriormente aggravato la posizione delle famiglie e delle imprese è stato il tempo che il Governo si è preso per decidere cosa fare e per mettere in atto il proprio piano di azione.

La tempestività nelle situazioni emergenziali è fondamentale. Ancora oggi assistiamo a profondi ritardi, legati principalmente ad ostacoli burocratici, che minano la sopravvivenza economica. 

Poi c’è un altro elemento, questo più di carattere strutturale e politico, legato alle scelte compiute negli ultimi decenni in merito alla finanza da parte dei nostri governanti: l’alto indebitamento ha portato tagli orizzontali senza una strategia di propensione agli investimenti tarata sul medio e lungo periodo.

In sostanza è mancata una vera visione di carattere economico avvalorata da studiosi e tecnici capaci di trasformare la storia dell’economia mondiale in proposte ragionate e attualizzate rispetto alla realtà odierna. 

Sono mancati i giovani, con le loro idee innovative e con il coraggio di attuarle. Alcuni dati di Bankitalia evidenziano come solo un terzo degli italiani ha conoscenze adeguate rispetto ai temi economici, e se dettagliamo meglio troviamo un forte squilibrio sul genere e sull’età.

Serve quindi puntare decisi sull’educazione finanziaria, partendo dalle scuole.

E’ una priorità per il futuro ed occorre lavorarci da subito, puntando su un’informazione fortemente ingaggiante, chiara, che desti curiosità e generi attenzione e studio. Preparare i giovani al linguaggio economico significa dotarli di quegli strumenti necessari per affrontare al meglio le prossime sfide di sviluppo e di attrazione competitiva in tutti i settori. 

In questo senso è molto importante il lavoro che sta portando avanti il comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, uno strumento concreto per sensibilizzare i cittadini sulla necessità di accrescere le proprie competenze finanziarie, assicurative e previdenziali. Ma non basta accrescere la consapevolezza, bisogna investire sulla formazione e su modelli di economia sostenibile capaci di impattare sui consumi e sulla riconversione delle risorse.

Servono competenze elevate e burocrazia 0: questo è il vero valore aggiunto di un Paese che guarda al domani. Chissà se agli Stati Generali tutto questo è stato discusso!

* Articoli pubblicati su blog di Affari Italiani The Ghost Writer

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