L’arte comunica e incoraggia a mostrare il meglio di noi

24 Dicembre 2019

Mi sono im­bat­tuto in un dip­into in par­ti­co­lare che ha at­ti­rato la mia at­ten­zione: si tratta di una famo­sis­sima opera di Pablo Pi­casso. Siamo nel 1901, l’artista non ha an­cora ven­t’anni, è in Fran­cia da pochi mesi e la turbinosa bo­hème di Mont­martre lo ha stre­gato. In giugno ha avuto la sua prima es­po­sizione per­son­ale nella gal­le­ria di Am­broise Vol­lard in rue Lafitte, ma con­tinua a pub­bli­care qualche dis­egno su quei gior­nali, un po’ per­ché lo fanno tutti e un po’ per­ché qualche franco in più non gli fa certo male. Sta as­sor­bendo come una spugna tutto quel che gli capita di sco­prire in quei mesi con­ges­tionati di nuove es­pe­rienze.Pi­casso frou-frou e la Pa­rigi di Mont­martre. 

Un’e­s­plo­sione di raf­fi­natezza e di sper­i­men­tazione, una tes­ti­mo­ni­anza rara del pe­ri­odo cre­ativo pi­cas­siano meno noto di tutti: quando il gio­vane spag­nolo met­teva in prat­ica tutto ciò che giorno dopo giorno im­par­ava e me­tab­o­liz­zava, an­cora fras­tor­nato dal­l’enor­mità di quanto stava vivendo. Il soggetto è già la donna: il suo prefer­ito di sem­pre, come si sarebbe scop­erto con gli anni: l’im­mag­ine fem­minile quale fonte in­esausta di deside­rio e ispi­razione, ovvero di vi­brante ec­c­i­tazione tanto psi­cofisica quanto es­tet­ica. Tutto molto mont­mar­tri­ano. Una co­mu­ni­cazione vi­siva e che in­cor­ag­gia a non fer­marsi di­etro l’ap­parenza ma a mostrare la bellezza in­te­ri­ore oltre che es­te­ri­ore con una modal­ità cor­ag­giosa­mente au­dace. E’ questo che deve fare la co­mu­ni­cazione, trasmet­tere emozioni por­tando le per­sone a vi­vere i nos­tri stessi sen­ti­menti, sep­pur celate. L’arte è rac­conto, saper rac­con­tare sig­nifica aver trovato il modo giusto di co­mu­ni­care.

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